Gentilissimo Sindaco,

il 2019 è stato un anno nerissimo sia per le imprese persicetane (meno 32, il dato peggiore dell’ultimo quinquennio), sia per la demografia del nostro paese (residenti di nuovo in calo con il tasso di natalità più basso da inizio secolo).

Per il Comune invece è stato un anno bellissimo, con un’imposizione fiscale “prossima ai valori massimi” è pieno di soldi. Oltre ai 10 milioni solo di IMU, TASI e TARI, sono arrivati più di 3 milioni di euro extra.

Insomma, il Comune è sempre più ricco, mentre il paese con una pressione fiscale eccessiva e con meno imprese è sempre più povero.

La demografia persicetana è la prova dello strapotere comunale e dei suoi effetti devastanti.

In una economia come la nostra, già indebolita dalla politica fortemente interventista dell’ultimo triennio, il covid19 comporterà inevitabilmente una pesante recessione.

Anche quando comincerà la ripartenza sarà dura perché alla rimessa in moto della produzione non farà subito da contraltare quella della domanda.

L’errore più grande che l’amministrazione comunale può fare è confidare in un rimbalzo a V.

È nostro dovere prepararci ad una ripresa a forma di L proprio per poter uscire prima e meglio da questa crisi.

Molte aziende scopriranno che ritardare i pagamenti fiscali o ricorrere ai prestiti non risolverà nulla. Quelle che erano già annegate nelle tasse dell’anno scorso, si ritroveranno senza muscoli per supplire a mesi di reddito zero.

Se il Comune insiste nel volere tutte le entrate fiscali che può raschiare dall’attuale disastro, metterà a repentaglio le entrate dei prossimi anni a causa della chiusura delle imprese.

Di fronte a una crisi senza precedenti, ostinarsi a mantenere un’imposizione fiscale “prossima ai valori massimi” determina un doppio fallimento. Le cessazioni aziendali e la disoccupazione richiederanno anni per essere recuperate e, con esse, le basi imponibili e le entrate fiscali. In secondo luogo, con una tassazione sproporzionatamente elevata sarà ancor più difficile attrarre i pochi investimenti che potrebbero esserci dopo la ripresa.

L’amministrazione comunale deve evitare di ripetere gli stessi errori degli ultimi anni.

Serve una riduzione della pressione fiscale comunale generalizzata (cioè per ogni contribuente, senza inseguire classi, categorie e blocchi sociali) e strutturale (cioè stabile, non una tantum), che permetta programmazione e investimenti di lungo periodo con la certezza dell’esborso fiscale futuro.

  • Riduzione aliquota IMU di terreni agricoli da 10‰ a 4,6 ‰.
  • Riduzione aliquota IMU di fabbricati adibiti ad attività produttive (industriale, commerciale e artigianale) da 10,6‰ a 4,6 ‰ equiparandoli alle nuove attività produttive (per gli immobili di categoria D rimane 7,6‰ in quanto riservata allo stato).
  • Azzeramento della COSAP, come già richiesto nel Consiglio comunale dello scorso 30 gennaio 2020 con mozione d’ordine dal Gruppo Civica.
  • Riduzione della TARI in base alla proposta formulata dal Gruppo civica in data 31 marzo scorso sullo stop alla raccolta differenziata.

A maggior ragione è opportuno farlo ora che l’assessore al bilancio nella diretta Facebook dello scorso 8 aprile ha riferito di “un avanzo di amministrazione veramente consistente”, di circa 7 milioni di euro.

Il Comune utilizzi i fondi a disposizione per proporre a tutte le attività un patto fiscale per il passato e una riduzione della pressione per il futuro.

Persiceto e Decima si riprenderanno da questa crisi. Ciò che il Comune deve fare è fare un passo indietro e lasciare che accada.

Serve coraggio, altruismo e passione per la gente.