«Quando si ha bisogno della Fortezza Bastiani»

«Si noti che nella cerchia di Drogo non c’era alcuno cognato. Quell’uomo era fortunato perché nella sua missione aveva dei compagni, faceva parte di una comunità al limite del deserto, tutta intenta a scrutare intensamente l’orizzonte. Drogo godeva del vantaggio di far parte di un’associazione di pari e di evitare il contatto con persone esterne alla comunità. Siamo animali locali, siamo interessati solo al nostro immediato vicinato, anche se persone molto lontane ci considerano dei perfetti idioti. Quegli essere umani sono astratti e lontani, e non ci interessano perché non sono loro che incontriamo in ascensore, non è con loro che scambiamo sguardi. A volte la superficialità ci torna utile.

Può essere banale affermare che per molte cose abbiamo bisogno degli altri, ma in realtà ne abbiamo bisogno più di quanto crediamo, in particolare per la dignità e il rispetto. Sono rari i casi di persone che sono riuscite a ottenere qualcosa di straordinario senza una convalida da parte dei loro pari (almeno abbiamo la libertà di sceglierci quelli che vogliamo). Nella storia delle idee si osservano scuole di pensiero che occasionalmente creano e producono opere insolite che risultano impopolari al di fuori della scuola stessa, per esempio gli stoici, gli scettici accademici, i cinici, gli scettici pirroniani, gli esseni, i surrealisti, i dadaisti, gli anarchici, gli hippy, i fondamentalisti. Una scuola consente a una persona che ha idee insolite e una remota possibilità di successo di trovare una compagnia e creare un microcosmo isolato dagli altri. I membri del gruppo vengono ostracizzati collettivamente, che è meglio che essere ostracizzati singolarmente.

Se vi occupate di un’attività dipendente dal Cigno nero, è meglio che facciate parte di un gruppo.»