Dopo 3 anni di cambiamento a parole, il Comune è pieno di soldi.

Il conto lo pagano i soliti noti.

Altri 35 milioni di euro nel 2019: in media quasi 3.000€ in meno a famiglia.

L’imposizione fiscale nel Comune di SGP è prossima ai valori massimi”, lacrimano nero su bianco ogni volta che danno un altro giro di vite.

Per l’amministrazione sarà un anno bellissimo, continuerà ciò che il PD non poteva più fare.

Ci sarà una crescita incredibile, a cominciare dalla spesa corrente: dai 24 milioni di euro del 2017, punta spedita ai 28 milioni di fine anno.

Di questo passo sale di 5 mila euro ogni mattina che apre il Comune.

Le tasse comunali sono una cosa bellissima per chi vuole allargare la spesa pubblica e conservare l’affetto dei suoi elettori.

Un’altra stangata degna di quella ereditata da un PD di lì a poco dimissionario.

Più di 10 milioni solo di IMU, TASI e TARI per far cassa ogni anno.

Si sono cambiati l’assessore al bilancio, ma il taglio delle tasse è di nuovo tabù.

Dopo le promesse, invece, era attesa una riduzione del carico fiscale patrimoniale che dal 2012 ha fatto crollare il valore degli immobili, mettendo in ginocchio il settore e il suo indotto.

Senza la ripresa immobiliare, non può esserci una vera ripresa economica.

Impalpabile la foglia di fico del meno 0,3 per mille alle imprese appena nate, quando per tutte le altre resta l’aliquota massima del 10,6 di IMU.

Prova ne sia il boom negativo del saldo 2017 tra nuove imprese (143) e imprese cessate (160), un pessimo segnale per l’economia locale.

Nondimeno, pare sia allo studio il terzo rincaro della TARI.

Alla fine, “Paghiamo tutti per pagare meno”, la garanzia di impegno comune.

Ogni anno, però, ad un recupero dell’evasione di almeno 700 mila euro è corrisposto un aumento della spesa pubblica, mai una riduzione delle tasse.

Un circolo vizioso che per alimentare nuova spesa spreme le famiglie e frena lo sviluppo del paese.

Insomma, paghiamo tutti per pagare di più, così ammonisce la storia.