Persiceto salutare Terapia domiciliare, ospedale e partecipazione. NO di Sindaco e maggioranza, astenuti PD e Lega. Dopo 12 mesi, siamo daccapo o peggio. Almeno questo si doveva fare.
Se il primo lockdown è servito, perché farne un altro?
Se il primo lockdown non è servito, perché farne un secondo?
Oms: basta con i lockdown, creano solo povertà (Asianews.it 13 ottobre 2020).
Qualche giorno prima, Great Barrington Declaration per una protezione mirata: I blocchi generalizzati fanno danno, proteggiamo i deboli e lasciamo vivere le persone (L’Occidentale, 10 ottobre 2020).
Nella nostra provincia: «La medicina territoriale è stata esclusa dai giochi e si è voluto creare una distanza tra noi e i pazienti, ma io ho continuato a curare e non ho avuto né un decesso, né un ricovero in terapia intensiva» (La Nuova Bussola Quotidiana, 5 novembre 2020).
Senza scomodare la Costituzione, la legge numero 833 del 1978, dovrebbe garantire le cure a tutti, qualsiasi sia la malattia e senza limiti di durata. Il problema è che il virus non si ferma, continua il suo corso inarrestabile, e non si muore solo di Covid.
La soluzione non è chiudere e tanto meno lo scaricabarile sui cittadini cattivi di turno (e neanche bocciare le proposte civiche), ma un sistema sanitario decentrato, efficiente e trasparente. Bisogna ripensare a un Servizio Sanitario Comunale, senza la pretesa di dirigere tutto dall’alto.
Pertanto, si invita il Consiglio comunale a deliberare:
- L’impegno del Sindaco a predisporre un progetto di terapia domiciliare nell’ambito della medicina territoriale, da presentare in un Consiglio straordinario (art.22 Statuto comunale) in seduta aperta ai cittadini con diritto di parola (art.41 Regolamento Consiglio comunale).
- L’impegno del Sindaco a presentare un progetto di riordino dell’ospedale in un Consiglio straordinario (art.22 Statuto comunale) in seduta aperta ai cittadini con diritto di parola (art.41 Regolamento Consiglio comunale).
- L’impegno della Giunta ad elaborare una relazione sui servizi alla persona rivolti ad anziani, famiglia, minori, adulti svantaggiati e persone diversamente abili, da presentare in un Consiglio straordinario (art.22 Statuto comunale) in seduta aperta ai cittadini con diritto di parola (art.41 Regolamento Consiglio comunale).