ilcontribuenteLegambiente premia Persiceto. Ma la bolletta sia più leggera. È il comune più riciclone sopra i 25 mila abitanti.

Così titolava il Carlino ospitando l’appello del ex sindaco: “a fronte di risultati importanti, non riusciamo a ridurre la tariffa dei rifiuti a carico dei cittadini. Ogni anno aumentano i costi di conferimento dei rifiuti anche differenziati in discarica.”

Per la verità la tariffa l’avevano appena aumentata, e non di poco, altro che ridotta. Rispetto all’anno precedente, la TARI è cresciuta del 5,81% per le utenze domestiche e del 8,92% per le utenze non domestiche.

Sarà che per i media fa più notizia la pagliuzza dell’esenzione che la trave dell’imposizione, ma dopo averla aumentata si sono pure inventati il taglio del 25% per le famiglie che utilizzano i pannolini lavabili per i loro piccoli. Bisogno ecologico o inumana complicazione? Poco importa, viva la politica dei pannolini.

Se in tutto il mondo il contribuente è uno che lavora per lo stato senza mai aver vinto un concorso pubblico, a Sangio è anche un netturbino che fa la raccolta differenziata per il comune senza essere assunto. Anzi, più lavora per i rifiuti, più paga di tari al comune.

In sintesi: il comune prende il premio, il cittadino ci mette soldi e lavoro, le partecipate ingrassano con gli incentivi e la vendita dei rifiuti.

La raccolta differenziata è solo un metodo di raccolta non un metodo di gestione dei rifiuti, solo una delle parti costituenti il processo di smaltimento. La soluzione del problema non è il metodo di raccolta, ma il trattamento del rifiuto differenziato o meno. Invece, la raccolta porta a porta aumenta significativamente il costo del personale impiegato per la gestione del servizio (mediamente incide il doppio rispetto alla raccolta stradale).

Sappiamo che con la spending review su ciascun capitolo di spesa del bilancio comunale è possibile razionalizzare la spesa e individuare margini di risparmio per diminuire la TARI.

Per questo ci impegniamo a ridurre progressivamente la TARI riportandola almeno ai valori del 2014.

Ci impegniamo inoltre a rimodulare la TARI delle attività commerciali, artigianali, di servizio e PMI, definendo meglio le superfici sottoposte o meno a tariffa e individuando convenienze generali di sistema, anche con semplificazioni, che favoriscono le migliori pratiche ambientali, riducendone nel contempo i costi impropri di una normativa spesso indecifrabile, attraverso un patto con tutte le parti della società civile interessate, una sorta “Accordo di programma” sulla filiera dei rifiuti.