Dove vanno tutti con questo traffico?

Lavoro, figli, amici, spesa … E quando ci tocca pure all’ospedale. In provincia l’auto è vitale.

Ma per andare al lavoro la mattina e tornare la sera, bisogna fare la fila sulle stesse strade del secolo scorso.

Se sono poche e inadeguate, aumentano i rischi e diminuisce la sicurezza.

Se il traffico è poco scorrevole e va in tilt, molto più tempo di vita si perde al volante.

In altri Paesi le strade sono state riprogettate e le corsie raddoppiate, da noi invece guai a lasciare la strada vecchia per quella nuova.

Di nuovo neppure il PUMS, un altro Piano Urbano della Mobilità Sostenibile della Città metropolitana.

Con il PUMS di promesse se ne sono sentite tante, ma la rete viaria bolognese va sempre più in crisi. Insostenibile!

Da almeno trent’anni nessuno fa il conto dei danni sociali ed economici causati a famiglie e imprese dalla politica dell’immobilità stradale.

PD al Sindaco: «Strade piene di buche: siamo al collasso».

Sindaco al PD: «Una vostra eredità».

Ma dopo il teatrino, la verità si fa strada da sé.

Solo qualche mese prima, insieme avevano approvato il bilancio preventivo con meno soldi per la manutenzione delle strade.

Le ho percorse centinaia di volte, a tutte le ore e in tutte le stagioni, ma non mi erano mai sembrate così brutte.

La risposta dell’amministrazione è sostanzialmente quella di imporre ulteriori limiti al traffico e di velocità.

Non si bada a spese.

Se le buche non sono sufficienti a rallentare gli automobilisti, spuntano 35 mila euro in più per la grande richiesta di altri dossi artificiali.

Massimo impegno anche per la sicurezza percepita. A Decima rifanno le strisce pedonali direttamente sulle buche.

Fra mille disagi e ostacoli alla libertà di circolazione, siamo bloccati nel traffico delle scelte politiche più arretrate.

Il nostro paese ha bisogno di rimettere in sicurezza e di adeguare la rete viaria cittadina, prima di restare tagliati fuori dal mondo.

Sarebbe questa la strada giusta.