Dopo la strage di Capaci, nulla fu più come prima.

«Giovanni Falcone era soprattutto interessato a verificare se, nel complicatissimo sistema di finanziamento ai “partiti fratelli”, in relazione all’Italia, fossero state violate le leggi, e ad appurare se fossero stati effettivamente attivati contatti con organizzazioni di stampo mafioso o eversivo nel nostro Paese. L’interesse principale di Valentin Stepankov, invece, era scoprire dove fosse andato a finire il “tesoro del Pcus” e accertare la possibilità di recuperare i soldi e le ricchezze del Partito comunista sovietico che erano stati investiti in Italia e in altri Stati occidentali. Dal contenuto degli interrogatori ai massimi dirigenti del Pcus e dell’Urss, si era radicata in Stepankov la convinzione che, una volta compreso di non avere più molto tempo a disposizione, i vertici finanziari del partito avessero concentrato i propri sforzi nella creazione di un’”economia invisibile”.

E’ proprio la nascita di questa “economia invisibile” a preoccupare entrambi i magistrati perché, è bene ricordarlo, essa coincide con la nascita di una potentissima mafia russa e con l’inizio dei maggiori sforzi di penetrazione della mafia italiana in Russia.

Analizzando il materiale raccolto dagli inquirenti della Procura russa non si può fare a meno di osservare che la creazione di questa “economia invisibile” sembra ispirarsi al sistema di finanziamento studiato dal Partito comunista in Italia per adeguarsi alla nuova realtà emersa dopo il crollo del Muro di Berlino.»