Fondo per il credito

Ogni impresa del territorio è parte di una ricchezza comune, costituisce un pezzo di benessere sociale.

Dalla salute delle nostre imprese dipende la possibilità di creare lavoro e occupazione, di garantire dignità alle famiglie, di assicurare istruzione e futuro ai nostri figli.

Oggi, a causa del credit crunch, ottenere un finanziamento è sempre più difficile perché la banca pretende sempre maggiori garanzie dall’impresa.

Un Fondo di garanzia mutualistico (art. 112 T.U.B. ex 106) promosso dal Comune allo scopo di sostenere le politiche creditizie locali è la chiave di accesso al credito per le micro, piccole e medie imprese.

La soluzione proposta serve sia a contrastare la stretta creditizia, che a sostenere lo sviluppo dell’impresa.

L’attuazione del Fondo di garanzia potrà giovarsi di Jeremie (Joint European Resources for Micro to Medium Enterprises), iniziativa istituita dalla Commissione europea in collaborazione con la Banca europea degli investimenti (BEI) e dal Fondo europeo degli Investimenti (FEI) per migliorare le capacità di accesso ai finanziamenti europei delle PMI.

 

 

No tax area

Come mai non ci sono più grandi imprese?

Sapete perché le attività produttive di comuni limitrofi sono più dinamiche?

Il fatto è che certi territori sono attraenti per le imprese e altri no.

A fronte di un deficit cronico di politiche di sviluppo locale, nel pieno di una crisi senza precedenti e pure terremotati, occorrono misure straordinarie per rimettere in moto il paese aprendo all’innovazione delle idee, dei capitali e delle intelligenze.

 

No tax area, una zona urbana dove si pagano meno tasse durante un periodo prestabilito (fiscalità di vantaggio), per ridare competitività alle imprese locali e attrarre nuovi investimenti sul territorio.

Una leva fiscale straordinaria da coordinare con le altre politiche (lavoro, scuola, sanità, ambiente, PA efficiente) per farci diventare molto più attraenti.

 

 

Salvaguardia delle imprese artigiane

Non vi è dubbio che i lavori di ricostruzione vadano assegnati ad aziende affidabili.

È del pari vero, però, che per partecipare alle gare pubbliche servono requisiti formali (tipo attestazione SOA) e sostanziali in termini di capacità tecnica (curriculum, organico, attrezzature), ed economica-finanziaria (garanzie bancarie, bilanci, fatturato) che solo le aziende di medie/grandi dimensioni possono vantare.

Col risultato che le nostre piccole imprese (ben 86%) sono di fatto escluse.

Oltre al danno dei lavori persi a causa del terremoto, la beffa di non poter lavorare direttamente alla ricostruzione.

Si deve e si può rimediare: nei lavori appaltati dal Comune, va inserita una clausola di salvaguardia per le imprese locali pari al 30% del totale dei lavori appaltati.

Ridiamo fiato e speranza ai nostri artigiani per ricostruire il nostro futuro.