12961742_10208366334788920_5022812077880124574_nPersiceto, venerdì 6 febbraio 2015: black out elettrico, case senz’acqua, telefoni e internet down. “Non ci sono criticità particolari” secondo il sito del Comune.

Invece la criticità è diffusa e generale, anche il sottopasso di via Cento è allagato.

25 febbraio 2015: chiuso il ponte sul Samoggia in piena causa le abbondanti piogge. Fanno tutto il possibile e ci dicono che i disagi sono dovuti alla eccezionalità della nevicata pesante e alle piogge abbondanti. Va da sé che al ripetersi di condizioni analoghe è probabile che i disagi si ripresentino o addirittura aumentino.

9 aprile 2016: un violento acquazzone allaga Corso Italia, il salotto della cittadina. Per la stampa i colpevoli andrebbero ricercati nei tombini otturati …

Torniamo ai fatti, che parlano da soli. Quando piove molto forte a Decima, in via San Cristoforo, nei social raccontano di ampi reflussi delle fogne e ripetuti allagamenti sulla ciclabile che va all’Arginone. Diverse segnalazioni dei cittadini anche per la mancata potatura degli alberi. Ad esempio, era programmata su viale Minezzi ma data “la carenza di risorse” sono passati almeno cinque anni dall’ultima volta. Solo all’inizio del 2015, l’allora Sindaco trova finalmente delle risorse perché l’intervento non rientrava – inspiegabilmente – nell’appalto per il taglio e la potatura degli alberi. Così, mentre il cittadino è costretto a potare i suoi alberi solo quando e come prescrive il regolamento comunale, il Comune fa come gli pare.

Tanto è vero che in due anni di Consiglio Comunale si è parlato solo del GIAPP (Gestione Integrata delle Aree Protette delle Pianura), un progetto discutibile tutt’altro che prioritario, ma mai una parola sulla messa in sicurezza del territorio.

Evidentemente il territorio non era una priorità per i sindaci e le giunte dell’ultimo decennio. La sicurezza e la tutela dell’ambiente sono state sacrificate agli interessi di una politica finto ecologista e pseudo ambientalista che preferisce moltiplicare le centrali a biomassa, finanziare oasi artificiali, consumare suolo di origine agricola, piuttosto che prevenire il rischio ambientale e provvedere alla corretta manutenzione delle opere poste nel territorio.

Quindi, prima di altri appalti incompleti o di altre operazioni scoordinate, è meglio portare in Consiglio comunale un bel piano per la prevenzione dei rischi e la manutenzione del territorio, aprendo finalmente la discussione sugli interventi da programmare per migliorare la resilienza dell’ambiente in cui viviamo.

Con due avvertenze fondamentali. La prima è di trascendere il concetto puramente ornamentale dell’ambiente propinato da una politica passatista e antimodernista. Questa politica sposa l’ideologia ecologista e ritiene che mercato e ambiente siano nemici irriducibili. Il primo sarebbe la causa dei problemi del secondo. Addirittura, l’ecologismo più estremo vede nell’azione umana la causa di ogni male. Che il mercato possa essere, invece, la soluzione, non rientra nemmeno lontanamente nel pensiero dell’ecologismo sinistro.

La seconda avvertenza è quella di non tenere all’oscuro i cittadini sui fatti che li riguardano come è già capitato per la Razzaboni quando non fornivano nemmeno i dati.