razzaboniLa politica ecologista ed ambientalista che ci ha governati negli ultimi decenni, tocca il suo apice nel silenzio assordante sulla discarica ex Razzaboni.

Neanche un cenno nello scorso programma del PD locale, “Linee programmatiche relative alle azioni e ai progetti da realizzare nel corso del mandato 2014-2019”. Neanche un soldo per la sua bonifica in quindici anni di bilanci comunali approvati dallo stesso partito.

Solo quando Controcorrente solleva il caso, esce la smentita del Sindaco di allora: “Niente materiali pericolosi dalla discarica Razzaboni”. Solo quando le opposizioni unite ottengono un Consiglio comunale ad hoc, si viene a sapere che i lavori di rimozione dei rifiuti sono sospesi a causa di tracce di amianto.

Solo incomprensibili ritardi, meline, disinformazione e neanche una parola sulla multa di mille euro al giorno che noi tutti dobbiamo pagare all’Europa per quei ritardi. Quindi se noi non facciamo la raccolta differenziata per il Comune è infrazione, mentre se il Comune non fa la bonifica della discarica abusiva è politica.

Ma il disastro è talmente grande da non poter essere attribuito solo all’ultimo Sindaco e all’amministrazione dimissionaria. C’è tutta una politica intrisa di miti neopagani, che dopo aver bollato come ipocriti coloro che non osservano la religione dell’ecologismo, ha alzato un muro di ipocrisie sulla Razzaboni. È la politica finto ecologista e pseudo ambientalista che escogita vincoli, burocrazia e apparati inutili al solo scopo di infliggere sanzioni in nome di un ambiente sempre più funzionale all’interesse di pochi. Al punto che ci multiamo da soli, nel senso che tutti noi pagheremo una multa comminataci dagli eletti a Bruxelles a causa dei ritardi di chi avete eletto in loco.

Il muro di ipocrisie sulla discarica certifica il fallimento storico della ideologia ambientalista che ha governato negli ultimi vent’anni. Certifica la gestione fallimentare di tutte le amministrazioni locali e regionali che non seppero prevenire e contenere il disastro. Certifica il fallimento dei politici locali e regionali che dopo quindici anni non sono neppure riusciti a completare la bonifica.

La Civica, come credo tutti i persicetani, non vede l’ora che la bonifica della discarica sia completata e che sia fatta piena luce sulla sua effettiva pericolosità.

Bomba ecologica che ha avvelenato le terre d’acqua, tuttora pericolosa per la salute pubblica? O disastro annunciato e tramutato in comodo presupposto per finanziare lavori di bonifica milionari coi soldi di tutti?

Insomma a Persiceto c’è la terra dei fuochi o la terra dei cachi?

In ambedue i casi è chiara la responsabilità politica di un ecologismo che vorrà anche salvaguardare l’ambiente, ma quando lo ha governato ha dimostrato tutta la sua inconsistenza e pericolosità.