trasparenzaToqueville22 interpellanze, 7 mozioni, 6 domande a risposta immediata e 3 consigli comunali aperti al pubblico, il tutto in sintonia col programma civico di opposizione alla maggioranza dimissionaria composta da PD, Impronta persicetana, SEL, Popolari.

4 sessioni della Scuola Civica di Formazione Politica in tempi non sospetti, cioè lontano dalle elezioni amministrative, non negli ultimi due mesi di campagna elettorale quando gli altri si affannano a promuovere eventi coi cittadini.

Un blog, due pagine FB e la novità assoluta del consiglio social per condividere in diretta i temi discussi nel consiglio comunale, anche perché lo streaming non funziona mai bene (parentesi: a un paio di mesi dalle elezioni, ci sono gruppi che hanno inspiegabilmente vietato i post sulla politica impedendo di informare più cittadini possibili; pazienza, si vede che agli amministratori sta bene così).

Questa la cifra di un lavoro enorme fatto dalla civica in neppure due anni per informare i cittadini di come vanno le cose a Persiceto e Decima. Ci siamo caricati sulle spalle il fardello di suonare una campana diversa da quella che ha rintoccato per settant’anni. Parresia, cioè libertà di parola e coraggio della verità, altrimenti i vantaggi di pochi impoveriscono tanti.

Se amministri un paese non devi fare le cose di nascosto, fossero anche cose che condivido. La trasparenza di facciata ostacola la conoscenza, impedisce la partecipazione e mina la democrazia.

All’opposto, ogni singolo ha diritto di conoscere e di partecipare alla vita del Comune. Trasparenza vuol dire maggior controllo da parte dell’opinione pubblica e quindi maggiore efficienza. Uno degli indicatori per capire il livello di trasparenza dell’amministrazione comunale sono i tempi di risposta alle richieste formali dei consiglieri comunali, che attraverso interrogazioni o interpellanze si fanno portavoce delle richieste di tutti i cittadini.

Le risposte dell’ex sindaco e della sua giunta non sono quasi mai arrivate entro i 30 giorni di legge, qualcuna addirittura dopo 6 mesi, altre neanche sono pervenute. La casistica è estremamente varia: si va dalla tassa di Virgilio alla tiritera sugli innominati nelle società partecipate, dall’aumento dei costi nel bilancio comunale a quelli degli asili e della cultura, dalla crisi dei comparti edili fino alla verità sull’ospedale che non si è mai saputa.

I trenta giorni canonici stabiliti dal regolamento del consiglio comunale per rispondere ad una interpellanza sono un miraggio e le risposte tardive non sono quasi mai esaustive. Ritardi e informazioni parziali, quando non elusive della domanda, vanificano ogni risposta, neutralizzano l’opposizione costruttiva e testimoniano la responsabilità di una politica che si dice trasparente, ma nei fatti lascia il cittadino all’oscuro di tutto.

Forse che basta avere la maggioranza in consiglio comunale per sentirsi legibus solutus?

Noi civici ci impegniamo a rendere trasparenti le decisioni del comune nel rispetto dei tempi e dei modi previsti dalla legge. Qualora non lo facessimo pur avendo ottenuto la maggioranza, la civica si impegna a sparire per sempre dalla politica comunale. Questa è la misura della nostra credibilità.

Quindi se davvero volete trasparenza ricordate di votarci.