Nel 2017 Persiceto registra 28.159 residenti, 27 in meno del 2016.

Mai così poche culle: 196 nati, 48 in meno dell’anno precedente. E mai così tanti decessi: 324 morti, 40 in più del 2016.

Anche il numero degli stranieri si riduce, non c’è compensazione che tenga.

La popolazione diminuisce per la prima volta da inizio secolo!

2018 in debole rialzo: 28.298 residenti; altro record di decessi: sono morti 329 persicetani.

Gli stranieri residenti ritornano 2.614 (come nel 2016) e rappresentano il 9,2% della popolazione: l’immigrazione non è la soluzione per uscire dalla trappola demografica.

Le nascite arrivano a 213, ma restano molto al di sotto dei 2 figli per donna, la soglia minima che nel ricambio generazionale assicura la sostituzione dei genitori.

Perché non si fanno figli a Persiceto?

Le ipotesi sono tante, ma in Comune non si fanno domande.

Forse perché sono gli eredi di quelli che chiusero la maternità, dando di fatto il via alla smobilitazione dell’ospedale.

Come a dire, fare figli resta (per ora) una scelta privata della donna e dell’uomo, ma andate a partorire altrove.

È uno dei modi per incoraggiare la denatalità, tanto è solo dopo il parto che i figli diventano bene collettivo, un bene comune oggetto di pubblico interesse.

Per questo ci sono i servizi pubblici come la scuola e la sanità, universali e gratuiti, a parole.

L’inganno lo sconta la famiglia che paga per il figlio e per i servizi.

Crescere un figlio può costare fino a 270 mila euro, come una Ferrari!

Mentre i servizi sono sempre più congegnati per imporre controlli politici ed economici alle famiglie.

La famiglia pur con tutti i suoi difetti consente un certo grado di libertà ai suoi figli.

Chi comanda sa da sempre che solo la famiglia può impedire di ridurre l’individuo sotto il suo potere.

La scelta individuale di avere meno figli è sempre più conseguenza dello strapotere pubblico.

La demografia persicetana è la prova dei suoi effetti devastanti e aiuta a guardare più in là del proprio naso.