00000001“Libertà è partecipazione” dice la canzone, ma in Comune hanno deciso di chiuderla nella gabbia di un regolamento di cui solo loro hanno le chiavi. A San Giovanni, un processo partecipativo si attiva ai sensi dell’articolo 3 del regolamento bulgaro approvato a colpi di maggioranza senza tener in alcun conto gli emendamenti costruttivi della minoranza. Ma lo si può sempre stoppare adducendo che il Comune ha già “assunto un atto definitivo” sul tema proposto (articolo 5). Oppure basterà sostenere che non ci sono le risorse (scientemente non indicate), e se anche si arrivasse ad un progetto definitivo, la giunta potrà sempre bocciarlo ai sensi dell’articolo 7 del Regolamento medesimo.

In teoria, chiunque può proporre un’iniziativa al Comune, ma nei fatti il potere di approvarla è nelle mani di una risicata maggioranza che arbitrariamente può favorire l’amico con cui si relaziona (cittadini di serie A) e respingere chi non è del giro (cittadini di serie B). Quindi, chi non ha le giuste relazioni può anche crepare di mancate autorizzazioni e andare all’inferno. Dittatura della maggioranza.

Invece, la libera iniziativa è il motore del paese e per questo va liberata dalle grinfie di chi governa, di qualunque fede politica sia. Ogni individuo nasce libero di partecipare direttamente alla vita del comune, ogni cittadino deve avere il potere di realizzare le sue idee, la sua iniziativa.

Serve subito invertire il rapporto comune – cittadino affinché il singolo ritorni ad essere il protagonista del cambiamento locale. Iniziativa privata al posto di lamentele o malcontento verso il comune. La soluzione civica di seguito proposta è semplice ma strategica e può essere applicata già domani senza spendere un centesimo del comune.

Il comune pubblica un avviso per scegliere gli esperti indipendenti che avranno il compito di affiancare il cittadino nella elaborazione della sua proposta. Dopo la selezione delle candidature, il Comune istituisce il repertorio degli esperti terzi e indipendenti, abilitati a fornire consulenza. Il cittadino, in forma singola o associata, sottopone la sua proposta a all’esperto da lui liberamente scelto, con l’avvertenza che ogni proposta deve essere a costo zero per il comune. L’esperto esegue una prima analisi della proposta al fine di valutarne preventivamente la fattibilità giuridica, sociale ed economica. Qualora sia infattibile rigetta la proposta del cittadino, evitando ogni aggravio di spese. Viceversa, nel caso in cui la proposta sia fattibile, le spese per la consulenza dell’esperto incaricato di elaborare la proposta definitiva sono carico del cittadino (si consiglia la forma associata in modo da ripartire le spese). A questo punto, l’esperto studia la soluzione tecnica e finanziaria, la traduce in un piano esecutivo e la presenta al Comune. Il Comune, verificato la sussistenza di tutti i requisiti, recepisce la soluzione proposta.

Nel chiederti il voto, nella misura in cui avremo la maggioranza in Comune, noi civici ci impegniamo a restituire il potere al singolo cittadino tramite la sperimentazione della proposta strategica appena descritta. Qualora non lo facessimo pur avendo ottenuto la maggioranza, la civica si impegna a sparire per sempre dalla politica comunale. Questa è la misura della nostra credibilità.