Il bilancio di previsione ha un ruolo cruciale nelle pubbliche amministrazioni di tutto il mondo.

Come in una grande famiglia la regola è che le uscite non devono mai superare le entrate.

C’è però una bella differenza tra quello che non può fare la famiglia e quanto invece ci impone di fare un ente pubblico quale il Comune di Persiceto.

Chiunque di noi sa che per far quadrare i conti non può spendere più di quanto guadagna. In una famiglia con entrate pari a 100, l’ammontare delle spese sarà al massimo 100.

All’opposto il Comune non produce ma ha sovranità su tutte le famiglie e le aziende del territorio: siccome voglio spendere 2.000 vi tasso per 2.000.

Ciò nuoce gravemente alle tasche dei singoli e a tutto il paese: redditi fermi, meno imprese, disoccupazione, crisi demografica, ingiustizie. L’ossessione del tassa e spendi sta divorando un paese altrimenti prospero, impedendoci di crescere.

Per questo nelle democrazie indirette si è obbligato il Sovrano a chiedere al Consiglio comunale il permesso di togliere a tutti per dare a pochi.

Quest’anno con più di 3 milioni di euro extra si doveva abbassare le tasse a tutti, ridurre e riqualificare la spesa corrente, investire sull’innovazione e tornare a crescere.

Niente, il piccolo gruppo che ha la prevalenza dei voti, quasi senza fiatare, ha autorizzato il Sovrano ad aumentare la spesa corrente (più 700.000€), i servizi in perdita (meno 1.234.869€) e gli investimenti inutili come quello del finto villaggio medioevale.

Il bilancio del Sovrano può solo peggiorare o innescare altre crisi perché i Signori del paese con il pretesto del bene comune si ostinano a tassare, regolare, proibire e pianificare le vite degli altri, invece di imparare dai propri errori.

Chi comanda è imperfetto e fallibile come tutti, nessuno è onnipotente.

Quando lor Signori smetteranno di governarci come sudditi, nessuna crisi farà più paura.

Per risolvere i problemi è necessario ascoltare gli altri e restituire a tutti la libertà di farlo.