Voucher per i nuovi poveri. Piano Comunale della Salute. Anno bianco dei tributi comunali. Flat tax per famiglie e imprese. Trasparenza. Referendum sull’Unione Terre d’acqua. Percorso partecipato sui servizi cimiteriali. Parere preventivo delle Consulte di frazione. Terapia domiciliare, riorganizzazione dell’ospedale, partecipazione dei cittadini. Raccolta dei rifiuti per migliorare la qualità vita e salvaguardare l’ambiente. Tutte proposte civiche sistematicamente respinte dagli ideologi del bene comune che credono di sapere cosa è meglio per ciascuno di noi solo perché hanno la maggioranza in Consiglio.

Dopo quattordici mesi di andrà tutto bene, siamo i migliori a governare tutto, diamo i servizi migliori e abbiamo le regole migliori del mondo, ma siamo ancora in zona rossa. Decidere della vita degli individui fino a privarli della libertà, senza mai prendere in considerazione la loro volontà, ha prodotto i risultati catastrofici che sono sotto gli occhi di tutti. Siamo riusciti a rendere fragile non solo la nostra salute, ma anche l’economia e l’istruzione, in pratica l’esistenza di ognuno di noi.

Il tracollo della qualità della vita, che sarà doloroso e che va contrastato in tutti i modi possibili, deve diventare anche l’occasione di far rifiorire una comunità di individui antifragile. Perché questo avvenga è necessario riformare la macchina comunale mettendo fine alle politiche autoritarie calate dall’alto (top-down) che impediscono l’antifragilità e la crescita di tutto ciò che viene dal basso (bottom-up). Per tale ragione, dobbiamo subito riattivare gli istituti di partecipazione e di democrazia diretta per restituire ai cittadini la facoltà di fare proposte e di prendere direttamente la decisione sui servizi che preferiscono.

Pertanto, si invita il Consiglio comunale a deliberare:

  1. Di avviare un percorso partecipato di revisione dei servizi comunali a partire dal concetto di salute identificato dall’OMS (“stato di completo benessere fisico, psichico e sociale e non semplice assenza di malattia”), così come previsto dal Regolamento in materia e dallo Statuto comunale (artt.4 e 15).
  2. L’impegno del Sindaco a presentare un progetto di riforma della macchina comunale, condiviso con tutti coloro che ci lavorano, da discutere in un Consiglio straordinario (art.22 Statuto comunale) in seduta aperta a tutti i cittadini con diritto di parola (art.41 Regolamento Consiglio comunale).