Mercoledì 10 maggio 2017, ore 20:45. Il sindaco e la sua maggioranza approvano il rendiconto di 26.212.673,15€ di spese fatte nell’ultimo anno. Ma in consiglio comunale solo io voto NO allo spendi spandi.

Primo, libertà di dire NO al tassa e spendi perché con la scusa dei servizi ogni volta ti appioppano il conto salatissimo delle loro promesse. Nel tira e molla del pareggio dei conti obbligatorio per legge ma senza tetto alla spesa pubblica, niente limiti all’aumento delle tasse. Tanto il rendiconto lo paga il contribuente che deve lavorare per il comune senza aver vinto un concorso pubblico.

Secondo, libertà di dire NO allo spending di più perché il comune spende sempre di più, ma il paese non cresce. Se in una famiglia entra 100, le spese per far quadrare i conti sono al massimo pari a 100. Al contrario, se il comune vuole spendere 500, ci aumenta le tasse a 500 con il pretesto del bene comune. Ciò è ancor più preoccupante se sono favorite certe categorie di soggetti a danno di altre. Di qui l’ingiustizia sociale ed economica che inibisce la crescita.

Terzo, libertà di dire NO al consociativismo perché approvare un rendiconto con le voci di spesa uguali o simili a quelle del PD, significa de facto continuare la sua politica economica (e infatti i consiglieri PD astenendosi ringraziano). Ma se era sbagliata prima, come può essere giusta oggi? Vuoi vedere che tutto deve cambiare, affinché tutto resti come prima. Mancanza di una politica alternativa o gattopardismo del potere locale?

Nella delibera immediatamente successiva c’è già una prima parziale risposta.

Stesso consiglio, neanche un’ora dopo. Sindaco e maggioranza deliberano di utilizzare un avanzo del rendiconto per alzare la spesa corrente da 24.347.435,24€ a 24.633.364,41€. Anche quando c’è un avanzo cospicuo, invece di risparmiare, ci raccontano che è necessario fare nuove spese e così via cantando. Io voto no, bastava diminuire la spesa corrente per fare un primo vero cambiamento.