00000001I rifiuti sono una risorsa troppo importante per lasciarli in mano a qualche società partecipata esterna al Consiglio comunale ed estranea ai cittadini. Non ne può più profittare solo la società partecipata, mentre al cittadino restano le ossa della polenta condita da tasse che non si possono smaltire.

La questione dei rifiuti, invece, è l’altra faccia della produzione e del consumo dei beni, che se affrontata in maniera sistemica può dare grandi soddisfazioni in termini di riscontro economico ed ambientale. In fondo, è proprio quello che ci chiede la normativa: la partecipazione di tutti i soggetti, pubblici e privati, coinvolti nel ciclo dei rifiuti per attuare insieme le migliori pratiche ed azioni, dato che per loro natura sono complesse e mutevoli, non scritte sulla pietra da qualche ambientalista militante estraneo all’economia e alla vita reale.

Ad esempio, in alcuni comuni del bolognese partirà la raccolta differenziata con i bidoni in strada, in particolare con le calotte e il tesserino individuale a microchip perché la scelta dei cassonetti in strada è il metodo migliore per raggiungere l’obiettivo mentre la raccolta porta a porta è più costosa, più impegnativa per i cittadini e più inquinante perché i mezzi di raccolta devono girare a passo d’uomo.

Una cosa è la raccolta differenziata, un’altra è il trattamento differenziato e il riciclo dei prodotti raccolti. Le due cose non vanno sempre di pari passo per grazie di divina. Se non si ricicla, la differenziata è solo un costo o quanto meno una scusa per tassare i cittadini. Si pone la domanda: dove va a finire la raccolta differenziata? Quale è la reale capacità di trattamento? Ci sono dati indipendenti oltre a quelli autocertificati di Hera?

Un modo concreto di risolvere il problema sarebbe quello di separare la gestione della raccolta differenziata e indifferenziata e superare il conflitto di interessi di un Comune che è sia socio che cliente di Hera.

Siamo convinti che il porta a porta vada completamente rivisto. La raccolta differenziata si può fare ma non in questo modo. Va completamente ripensata.

  • Riduzione progressiva della TARI (almeno ai valori 2014).
  • Soppressione della raccolta porta a porta che costa il doppio di personale, con ripristino della raccolta stradale tramite cassonetti debitamente riorganizzata.
  • Rimodulazione della raccolta differenziata dei rifiuti con la suddivisione del territorio in aree omogenee per caratteristiche urbane (abitativo, attività di servizio, artigianali, miste) secondo specifiche filiere di rifiuti (commerciali, artigianali e di servizio) specializzando ogni singolo servizio.

Così oggi i rifiuti diventano una risorsa preziosa di tutta la comunità.

SI alla raccolta differenziata, NO alla raccolta porta a porta.