Gentilissimo Sindaco,

dopo quasi sessanta giorni dall’inizio del lockdown peggiore del mondo, il Comune sta distribuendo in ordine sparso e all’insaputa di tanta gente più di 50.000 mascherine monouso, un paio a testa pressappoco.

Prima, giustamente, agli addetti ai lavori: ospedale, forze dell’ordine, medici e infermieri che ne erano sprovvisti o avevano esaurito le scorte.

53.280 mascherine per approssimazione, di cui 15.550 come soccorso dei privati (le prime ad arrivare) e 37.730 dalla Regione (12.730 in aprile e 25.000 a inizio maggio).

In aggiunta agli appelli a donare, finora il Comune ne ha acquistato soltanto 350 per i dipendenti comunali.

Neanche il tempo di togliere le maschere di carnevale – l’ultimo evento pubblico prima del corona virus – che è cominciato l’assurdo balletto delle mascherine. Inutili, confiscate, arriveranno a tonnellate, bloccate, vitali, care, obbligatorie, prezzo imposto, fatevele da soli.

Se non si trovano, se si pagano uno sproposito, se non sono certificate, forse anche perché a prezzo imposto non c’è più interesse a venderle e a produrle. Nessuna mascherina è gratis e non puoi neppure andare in giro a cercarla.

Non ci sono attività superflue nei mercati. Solo nelle teste dei nostri governanti. Correva l’anno 1926 quando Ludwing von Mises dimostrò come il tentativo del Governo di fissare per legge il prezzo di una merce porti fatalmente alla sparizione di quel bene dal mercato, esattamente l’opposto di ciò che lo Stato vorrebbe perseguire. Ancor prima di scomodare gli economisti austriaci, basta rileggersi la vicenda dell’assalto al forno delle Grucce scritto da un liberista da salotto come Alessandro Manzoni.

In ogni caso, quando un bene scarseggia la morale è sempre quella: chi ha i soldi può riuscire a procurarselo, mentre chi non ce li ha di solito resta senza.

Pertanto, come suggerito nel primo pacchetto di proposte civiche del 31 marzo 2020, torno a chiedere che il Comune si faccia carico di acquistare una provvista di mascherine adeguata al fabbisogno reale della nostra gente per tutelare la salute di tutti.

E siamo a maggio, ma fino a ieri il mantra era il riuso, l’economia circolare, la maledizione della plastica monouso. Dal primo gennaio 2020 Persiceto è “Plastic free” e anche da noi vige il nobile divieto di utilizzare plastica monouso non compostabile nel corso di sagre, manifestazioni, eventi pubblici e nelle mense scolastiche.

Dopo il covid, invece, ti impongono di usare le mascherine monouso, i guanti monouso, le tazzine monouso, buste in polietilene e via dicendo. Nella dura realtà dei fatti la plastica è una benedizione.

Quindi, nello spirito di collaborazione richiestoci, suggerisco di armonizzare senza remore le ordinanze anche per salvaguardare il principio di coerenza delle regole.

Infine, onde evitare il contagio sul lavoro per i dispositivi – maschere facciali filtranti anche l’INAIL consiglia di “gettarla in un contenitore chiuso o per rifiuti speciali”. Dunque, anche nel caso delle mascherine si ripropone la necessità di sospendere la raccolta differenziata sempre al fine di tutelare la salute pubblica.

Nella speranza di incontrare il suo interesse, auguro buona serata.